Stop circolazione auto 10 ore al giorno: come evitare il divieto ecologico che ti blocca lavoro e tempo libero

Il nuovo stop alla circolazione di 10 ore vedrà come protagoniste nuove Regioni italiane: come fare e a quali orari fare attenzione.

L’inquinamento sta diventando un problema serio nel nostro Paese, con numeri che hanno spinto tutta Italia – ma anche i singoli Comuni – a prendere decisioni drastiche. Tra queste non ci sono solo le domeniche ecologiche, molto note in città come Frosinone, famosa per i suoi numeri da record, ma anche misure estese in diverse zone del territorio nazionale, con date diverse e una scadenza collettiva ormai fissata.

Traffico su strada e scritta "stop di 10 ore"
Stop circolazione auto 10 ore al giorno: come evitare il divieto ecologico che ti blocca lavoro e tempo libero – listadelpopolo.it

Il problema è che le auto e tutti i motori, specialmente quelli più datati, verranno rimossi dalle strade sotto consiglio del Governo, anche se – come sempre – saranno previste alcune fasce orarie per la circolazione.

Ovviamente tutto questo punta a spingere all’acquisto di nuovi modelli di ultima generazione, con un focus particolare su quelli elettrici. Tuttavia, prima che questo avvenga, è bene farsi trovare preparati così da organizzarsi per tempo e non incorrere in spiacevoli sanzioni. Vediamo più da vicino le fasce orarie, nonché le date da tenere a mente.

Diesel Euro 5 al capolinea: da ottobre scattano i divieti

Il conto alla rovescia è partito, e la data è già segnata in rosso: dal 1° ottobre 2025 i veicoli Diesel Euro 5 non potranno più circolare nei Comuni con oltre 30 mila abitanti in Piemonte. È già tutto ufficiale. E non finirà lì. A ruota arriveranno anche Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, dove manca solo l’ultima firma per estendere lo stesso divieto.

Libretto con scritta "Euro 5 Diesel" segnata con una X
Diesel Euro 5 al capolinea: da ottobre scattano i divieti – listadelpopolo.it

Si tratta di un taglio netto, che riguarda le auto immatricolate tra il 2011 e il 2015: modelli ancora molto diffusi, ma ormai considerati troppo inquinanti. Il blocco sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 18:30, e resterà in vigore fino al 15 aprile 2026 – almeno per ora. Non si esclude, infatti, che venga prorogato o reso ancora più rigido.

Chi ignora il divieto rischia una multa da 168€, ma in caso di recidiva può scattare anche la sospensione della patente: da un minimo di 15 a un massimo di 30 giorni. Un segnale chiaro, che lascia poco spazio all’interpretazione. Il Governo vuole accelerare la transizione verso modelli meno inquinanti, spingendo – anche con la ‘forza’ – verso un cambiamento generale.

Per ora si parte da queste quattro regioni, ma la direzione è praticamente segnata. Il piano, non a caso, è quello di estendere i divieti, progressivamente, anche al resto del Paese. E chi spera in un passo indietro, potrebbe rimanere deluso: questa volta l’intenzione è quella di andare fino in fondo.

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